lunedì 20 giugno 2016
DIARIO DI VINO. VINI EROICI: PROFUMI, SAPORI E FILMATI AL SIVORI DI GENOVA
...Rimanendo in ambito cinematografico potremmo dire: "buona la prima!", visto che pur essendo la prima edizione, "Vite di eroi" è stato un esperimento riuscito. La commistione, interessante ed originale, di degustazione e cortometraggi sul tema è stata vincente, perché oltre alla preziosa narrazione dei vignaioli, solo dei filmati riescono a far comprendere appieno cosa significa coltivare la vite sulla sabbia o sopra i 900 metri oppure su pendenze oltre il 30%. Da appassionata di vini e del loro terroir ho apprezzato molto l'idea del Cinema Sivori e della Cantina Altivini e spero di tornare alla prossima rassegna per degustare tutto quello che non ho potuto quest'anno. Per fortuna il tempo è stato clemente ed il pomeriggio che avevo deciso di dedicare a questa manifestazione è trascorso troppo velocemente nel cortile interno del cinema, sia per la piacevolezza dei vini ma anche delle storie dei vignaioli, che con pazienza e grande competenza hanno risposto alle mie domande. Ecco le mie impressioni...
ERMES PAVESE (MORGEX, AO): 15 ANNI E GIA' VIGNAIOLA
Dietro al primo banco che ho incontrato, era seduta una ragazzina. Mi sono fermata per la degustazione, guardandomi intorno per incrociare lo sguardo di un adulto che mi raccontasse e mi mescesse il vino e dopo qualche attimo di smarrimento, mio ovviamente, mi ha chiesto: "vuole assaggiare?" "Sì grazie..." Mi sembrava poco carino dirle che sarei tornata quando ci fosse stato un "grande" e mi ero rassegnata a sapere di quei vini solo quanto c'era scritto sul sito, quando ha cominciato a chiedermi cosa volevo, dandomi alcune precise informazioni...allora ho azzardato a porle domande come avrei fatto con una vignaiola di almeno 10 anni di più. Mi ha risposto con una competenza inaspettata!
Quando è arrivato il sig. Pavese, suo papà, non ho potuto non fargli complimenti: è una ragazzina molto in gamba e se coltiverà la sua passione credo che presto sentiremo parlare di lei. Ma veniamo al dunque. Le vigne di Priè Blanc si trovano fra i 900 ed i 1200 metri di altezza nel Comune di Morgex. Per fortuna la filossera non ama molto quel tipo di clima e quindi la vite ha piede franco. La raccolta delle uve viene fatta integralmente a mano per dare un Blanc de Morgex e de La Salle vinificato anche con metodo classico.
Il vino base ha un colore giallo paglierino di media intensità e i profumi di pera williams (che si sente netta anche in retrolfattiva), pepe bianco, fiori bianchi ed erbe aromatiche. In bocca ha una buona sapidità ed è fresco vivo.
È molto interessante anche il metodo classico pas dose' che rimane 18 mesi sui lieviti ed è millesimato con rabbocco con vino della stessa annata. Il colore è sempre giallo paglierino e il perlage è mediamente fine e persistente. Anche in questo caso si tratta di un vino sapido e prevalgono i sentori di mela verde, crema pasticciera e pepe bianco.
Purtroppo, per ragioni di tempo, non sono riuscita a ripassare a provare il Ninive, l'ice wine dell'azienda.
MAMMOLITI (CERIANA, IM): L'INDIANA JONES DEI VIGNETI
Con grande sorpresa scopro che dietro tanta modestia e passione si nasconde una competenza e una capacità che va oltre la coltivazione eroica.
Sì perché Eros Mammoliti non si accontenta di coltivare un vecchio biotipo di vermentino sui versanti scoscesi della Valle Amea, sopra Sanremo, ma sta dando un grande contributo alla biodiversità e quindi a farci vivere tutti meglio, donando una seconda vita a vitigni di cui si erano perse le tracce qualche anno fa...a voler essere precisi ben 400 anni fa!
Il primo recuperato è il Moscatello di Taggia, che ha conosciuto 300 anni di fama fra il '300 ed il '600 tanto da essere apprezzato dai Papi, nelle Fiandre ed in Inghilterra, dove pare fosse l'unico vino che per ordine del Re non poteva essere tagliato con altri.
Poi nel 1709, la gelata che compromise la produzione di olio nella Riviera francese, portò molti produttori rivieraschi ad espiantare le vigne in favore della più redditizia coltivazione degli ulivi, vista l'ingente richiesta. Ma non tutto era perduto.
Quindici anni fa Eros Mammoliti ha messo tutta la sua passione e la sua competenza al servizio del recupero di questo vitigno e grazie alla collaborazione dell'Università di Torino e del Consorzio del Moscato di Asti, partendo da 3 piante, è riuscito a far rivivere il Moscatello, che coltiva su circa 2 ettari di terreni sabbiosi, con esposizione sud sud/est.
E' attesa a breve un'altra riscoperta visto che dopo questo eccellente risultato, Mammoliti non si è fermato, ma sta lavorando per riportare a frutto un altro vigneto antico.
Purtroppo non ho potuto degustare il Moscatello e quindi mi riprometto di fare visita alla cantina, ma ho assaggiato Epicuro, un vermentino senza lieviti aggiunti e particolare: non è appiattito sui profumi e gusti ormai standardizzati di troppi vermentini. Di colore giallo paglierino tenue, ha profumi di mela verde, agrumi e fiori gialli. Ha una buona sapidità ed è fresco vivo. In retrolfattiva si sente piacevolmente la mandorla amara.
WALTER DE BATTE' (RIOMAGGIORE, SP): UN MARINAIO EROICO
Proseguendo verso levante nella costa ligure si arriva alle Cinque Terre: anche qui la morfologia del territorio consente solo di fare stretti terrazzamenti con muretti a secco, che si arrampicano sul monte e grazie all'esposizione le uve ricevono in dono i profumi del mare.
Il vino in degustazione è "Altrove" e non poteva chiamarlo in altro modo un marinaio che ha visto tanti altrove e da altrove oltre che dal suo luogo vengono i vitigni che coltiva.
Non è un vermentino, ma un assemblaggio di uve di diversi vitigni tutti a bacca bianca, tre autoctoni e due di origine della Valle del Rodano. Questi ultimi sono il marsanne, che dona al vino il profumo di idrocarburi ed il colore dorato, e il roussanne, più aromatico del primo. Sono invece autoctoni il vermentino, il rossese bianco, che è presente alle Cinque Terre dal '300 ed il bosco, tipico di Riomaggiore.
Altrove è coltivato su pochi ettari e la produzione, a seconda degli anni, oscilla dalle 2.500 alle 3.000 bottiglie. Ha un colore giallo dorato e al naso...si sente subito il mare! Lo iodio, il salmastro, poi gli idrocarburi si fanno spazio fra le erbe della macchia mediterranea ed un affumicato che persiste. Ha un'eccellente sapidità e una buona freschezza come i vermentini, ma anche una discreta struttura, dovuta forse alla permanenza del vino sui suoi lieviti per 8 giorni senza controllo delle temperature.
LE BATTISTELLE (BROGNOLIGO, VR): L'AZIENDA CHE CERCA FA ONORE AL SOAVE...
...perché il 100% di garganega coltivato e vinificato da questa azienda dà origine ad un eccellente soave classico. Le vigne si trovano su pendii rocciosi e ripidi e se per caso avessi qualche dubbio il proprietario appassionato di questa azienda agricola me li fuga subito: appena gli chiedo, come faccio sempre, se mi racconta il suo vino, gli si illuminano gli occhi. Mi mostra la cartina della zona di produzione del Soave e mi indica che loro sono proprio lì, nella zona del classico, la più antica di tutte, ed apre l'ipad per farmi vedere le pendenze (si passa dagli 80 ai 250 metri) ed i terreni. Le caratteristiche morfologiche sono analoghe a quelle della Loira (basaltico-tufaceo), ma la compattezza del terreno è diversa fra una vigna e l'altra anche se sono molto vicine.
Fino al 2002 i Dal Bosco conferivano le loro uve ad altre cantine e poi c'è stata, fortunatamente per noi, la svolta e quindi l'inizio della produzione diretta. Come spesso accade le vigne non si estendono senza soluzione di continuità, ma sono frammentate in numerose particelle e forse anche questo melting pot di terreni ed esposizione rende questi vini tanto interessanti.
Non si tratta di differenze irrilevanti. A riprova di ciò basti pensare che per il Battistelle Soave Classico la raccolta delle uve avviene normalmente ai primi di ottobre, mentre per il Roccolo del Durlo si attende la metà dello stesso mese.
Ma veniamo all'assaggio: entrambi sono accomunati da una forte mineralità e sapidità, soprattutto il Roccolo, grazie all'origine vulcanica dei terreni.
Entrambi giallo paglierino, leggermente più carico il Roccolo, hanno sentori di erbe aromatiche e idrocarburi. Il Battistelle profuma di mela verde, susina e fiori bianchi, mentre nel Roccolo, come già detto, ho sentito una mineralità più accentuata, profumi di pesca e agrumi ed ha una maggiore struttura, che gli consente lunga vita.
Il Roccolo del Durlo è un vino blasonato, il 2013 è stato premiato quest'anno da "I migliori vini d'Italia" e si può fregiare del titolo di vino di eccellenza della guida del Touring Club Italiano.
Il giardino raccolto ed il fatto che nel primissimo pomeriggio non ci fossero ancora tanti estimatori mi ha consentito di chiacchierare lungamente coi produttori che mi hanno trasmesso tutta la loro passione genuina e che dovremmo ringraziare per i prodotti che ci regalano e per la tutela della nostra casa comune, la Terra. Ma non è terminata qui la mia degustazione...nel prossimo articolo vi racconterò altri vini e vignaioli interessanti.
Le immagini inserite in questo post sono tratte in massima parte da Internet; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarmelo: saranno subito rimosse
giovedì 2 giugno 2016
DA BENNY'S TUTTO IL SAPORE DELLA GRECIA
Il locale è molto alla mano e pieno di foto di bellissimi paesaggi greci.
Si possono anche prendere piatti da asporto, ottima idea per un pranzo in spiaggia. Se poi la sera ci viene voglia di Grecia ma il richiamo del divano è più forte di noi, nessun problema: Benny fa servizio a domicilio.
Pane senza glutine: no
Taverna Greca Benny's
Via Aurelia Ovest, 106
Massa
Ubicazione:
Via Aurelia Ovest, 106, 54100 Massa MS, Italia
sabato 21 maggio 2016
IL FANTASMA DELL'OPERA: IL GIARDINO DELLE TARTARUGHE
Da uno stretto vicolo del centro pisano si entra in un giardino, popolato da bellissime tartarughe di terra. La meno giovane ha 30 anni più della proprietaria e le è stata regalata dal suo pediatra quando aveva 6 mesi: una vita insieme! Poi sono venute le altre, curate con amore anche dalla figlia, la piccola Matilde, che serve loro abbondante lattuga.
Il locale, oltre ad avere questo bello sfogo all'aperto, ha una parte interna molto calda ed accogliente dove ho gustato un pranzo tanto piacevole per i piatti quanto per la cortesia della "mamma" delle tartarughe e di suo marito, lo chef, che non disdegna puntatine in sala per sincerarsi che sia tutto a posto.
Ho optato per un antipasto ed un secondo, ben "impiattati", come direbbero gli esperti di Masterchef (sono convinta che questo programma abbia avuto un ruolo importante nel miglioramento dell'estetica delle portate ed anche nella nostra consapevolezza nell'assaggiarle).
Come antipasto mi hanno servito cialde di polenta con porri e baccalà: un equilibrio perfetto di croccantezza (data dalla cialda), dolcezza (il porro) e sapidità (il baccalà), da accompagnare con la salsa di barbabietola.
Per secondo mi sono fatta tentare dal trancio di tonno (mi piace talmente tanto che lo mangio anche sott'olio!) con carciofi, sformato di melanzane e pesce spada...tutto davvero ottimo.
Ed infine il dolce...anzi i dolci! Immagino che anche per voi questa ultima parte del pasto sia la più critica: quante volte vi dicono "per lei abbiamo dell'ananas". Ma io voglio il dolce, non la frutta!!!! Anche se sono celiaca! Ma mi rendo conto che fare preparazioni gluten free magari non venga in mente a chi non ha a che fare quotidianamente con questo problema.
Ed ecco una meravigliosa meringa alla panna e fragole e la palla dorata di cioccolato ripiena di gelato al torrone: due prelibatezze!
Pane senza glutine: no
Crackers senza glutine: sì
Il fantasma dell'opera
Via Palestro, 20
Pisa
Ho optato per un antipasto ed un secondo, ben "impiattati", come direbbero gli esperti di Masterchef (sono convinta che questo programma abbia avuto un ruolo importante nel miglioramento dell'estetica delle portate ed anche nella nostra consapevolezza nell'assaggiarle).
Per secondo mi sono fatta tentare dal trancio di tonno (mi piace talmente tanto che lo mangio anche sott'olio!) con carciofi, sformato di melanzane e pesce spada...tutto davvero ottimo.
Pane senza glutine: no
Crackers senza glutine: sì
Il fantasma dell'opera
Via Palestro, 20
Pisa
Ubicazione:
Via Palestro, 20, 56127 Pisa PI, Italia
sabato 7 maggio 2016
DA VITTORINO: UN SORPRENDENTE VIAGGIO NEL TEMPO
Se non fosse per l'arredamento che tradisce un periodo più recente, entrando da Vittorino sembrerebbe di essere arrivati a bordo della DeLorean di "Ritorno al futuro", in una data a cavallo fra gli anni '60 e gli anni '70, perché la cucina è straordinariamente quella! Basti pensare che i cavalli di battaglia sono la trippa e la ribollita e ad una delle due non rinuncio mai, fosse anche solo per un assaggio!
Ebbene sì: noi celiaci possiamo mangiare anche quella fantastica zuppa di verdure e pane, perché da Vittorino sono ben forniti ed abrustoliscono fette gluten free per farci gustare appieno quest'eccellenza.
Allo stesso modo non ci è negato il crostone con pomodorini e lardo, antipasto perfetto
In ogni caso la cottura al punto giusto con la carne che si scioglie in bocca e la sua sapidità che si sposa benissimo con la dolcezza dei piselli merita di essere provata!
Come dicevo, non posso andare da Vittorino senza gustare anche solo un assaggio di ribollita o di trippa e stavolta ho optato per quest'ultima:
semplicemente perfetta!
Anche i dolci non tradiscono il nostro viaggio nel passato: frutta cotta col gelato, tiramisù e zuppa inglese (ahimé questi due dolci non nella versione gluten free)...ma in quanti posti trovate la zuppa inglese?, oltre alla classica torta di riso, perfetto per noi celiaci.
Su questo dolce ci sono diverse scuole di pensiero, tutte tenutarie della verità :-), e la mia contempla molta crema, bella compatta e non pallidissima, senza bolle d'aria, poco riso non al dente ma nemmeno sfatto...vi proporrò presto la mia ricetta, così mi direte che ne pensate.
Pane senza glutine: sì
Osteria Da Vittorio
Via Cavour, 28
Carrara
Ubicazione:
Via Cavour, 28, 54033 Carrara MS, Italia
domenica 1 maggio 2016
PISACCO: DOVE TROVI UNO CHEF CHE NON SE LA TIRA E CUCINA BENISSIMO
Mentre aspetto di pagare il conto, dalla cucina fa capolino il cuoco, che non irrompe tronfio in sala, ma con metà del corpo nel suo regno e l'altra metà protesa all'esterno ci saluta cordialmente con un timido sorriso.
Non sono facile nei complimenti, pensando sempre che possano anche mettere in imbarazzo, così non lo travolgo con le mie chiacchiere, ma quando, dopo qualche secondo, mi chiede se è andato tutto bene gli confesso che quando vado a Milano quasi sempre pranzo lì e la maggior parte delle volte prendo il suo risotto allo zafferano che è davvero ottimo. Fabio Gambirasi è bravo: i suoi piatti sono tutti equilibrati e non temo di sbilanciarmi nel dire che sono fatti con amore. Forse anche per questo cerca di accontentare i suoi clienti e, laddove possibile, rivisita il menù rendendo gluten free piatti diversamente inavvicinabili per noi celiaci, come il sorbetto di fragole con panna fresca e menta, che andrebbe servito con la meringa e che invece ho potuto mangiare, grazie al fatto che viene preparato al momento, e quindi ha potuto escluderla senza contaminarmi
Le cose belle del Pisacco sono tante. Innanzitutto appena si entra non si può che rimanere colpiti dall'arredamento: si vede che fra i proprietari ci sono collezionisti d'arte...sono particolari i lampadari, le sedie, i tavoli...
Poi si viene accolti da camerieri gentili e disponibili, non sempre impeccabili, ma lo era il ragazzo che ci ha serviti quest'ultima volta: un moretto con l'accento bresciano davvero in gamba e, nonostante la giovanissima età, è stato eccellente sia nel servizio, che nel rispondere alla nostre domande e nel dare suggerimenti, oltre a consigliare un vino che non conoscevo, ma che è interessante. Si tratta di una ribolla gialla non filtrata dell'azienda Nando (nome del nonno del proprietario), del Collio sloveno, col 60% delle vigne in territorio italiano. La Rebula 2013 è un bel vino dal colore aranciato, con profumi di frutta gialla e agrumi, fresco vivo e sapido con finale amaro di mandorla.
Altra gradita caratteristica del locale il fatto che già il menù sia "celiac friendly", visto che sotto ogni pietanza vi sono delle lettere che indicano la presenza di allergeni, fra cui il glutine.
Come vi ho già detto, prima del dessert, non ho rinunciato al risotto e di secondo ho preso delle seppie con finocchio insaporito allo zafferano...tutto ottimo!
Pane senza glutine: no
Pisacco
Via Solferino, 48
Milano
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Ubicazione:
Via Solferino, 48, 20121 Milano, Italia
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